Manifestazione nazionale contro il razzismo. Per la giustizia e l’uguaglianza

Il 21 ottobre ci sarà a Roma una manifestazione nazionale cui hanno aderito decine di ong, organizzazioni sociali, politiche, sindacali, studentesche, culturali, tra cui Movimento Consumatori. L’appuntamento è alle 14.30 a piazza della Repubblica, per un corteo che si concluderà a piazza Vittorio.

Scenderemo in piazza per dire che non accettiamo la riduzione dei diritti, a cominciare da quelli dei migranti, che ci opponiamo alle derive xenofoba e razziste che stanno prendendo piede nel nostro paese e nella UE, agli accordi con i paesi di origine e transito dei migranti che, in cambio di soldi, si impegnano a bloccare chi tenta di scappare da un presente e un futuro di violenza e povertà prima che raggiunga le frontiere europee, rinchiudendoli in lager come quelli libici o rimpatriando le persone in paesi in cui non sono garantiti i diritti umani.

Scenderemo in piazza perché venga abolita non solo la legge Bossi-Fini, ma anche le più recenti leggi discriminatorie Minniti Orlando.

Chiederemo canali di ingresso sicuri e legali, un sistema d’accoglienza che garantisca dignità e integrazione, una revisione dell’accordo che obbliga chi chiede asilo a fermarsi nel primo paese d’arrivo.

Chiederemo che a tutti i soggetti socialmente più fragili, italiani o stranieri, venga garantita una vita dignitosa, come è previsto dalla nostra Costituzione,  e che quindi si attuino politiche per contrastare e ridurre le disuguaglianze sociali.

Il 21 ottobre in Piazza a Roma per chiedere diritti uguali per tutte e tutti!

– l’appello che convoca la manifestazione

– la lettera di sostegno alla manifestazione con i primi firmatari

– le adesioni al 16 ottobre




Giornata mondiale dell’alimentazione.

IL CONSUMO RESPONSABILE CONTRIBUISCE AD UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

Movimento Consumatori rilancia il “Manifesto per il consumatore socialmente responsabile” e comunica risultati indagine conoscitiva.

In occasione della celebrazione della giornata mondiale dell’alimentazione della FAO, “Cambiamo il futuro delle migrazioni. Investiamo nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale”, Movimento Consumatori pone l’accento sull’importanza che può rivestire il coinvolgimento di ogni singolo cittadino, sulla responsabilità sociale di consumo al fine di contribuire ad uno sviluppo che sia sostenibile.

Fino a poco tempo fa, la politica europea in materia di sicurezza alimentare era basata principalmente sul controllo della qualità degli alimenti, ora si inserisce nel contesto di sfide di ampia portata, come l’impoverimento globale, i cambiamenti climatici, i fenomeni migratori che richiedono un radicale cambiamento del modello economico, a partire dallo sviluppo agricolo.

Il primo apporto di MC per il raggiungimento, entro il 2030, dei 17 obiettivi delineati dall’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile, approvata dalle Nazioni Unite è stato la realizzazione e diffusione di un “Manifesto per il consumatore socialmente responsabile” (attuato nell’ambito del progetto We like, il consumo che ci piace). Uno di questi obiettivi, infatti, è proprio quello di garantire modelli di produzione e di consumo sostenibili.

Il Manifesto è un decalogo per rendere consapevoli i cittadini della loro facoltà di incidere sul cambiamento dei modelli produttivi e economici, grazie alle loro scelte d’acquisto. Il consumatore può scegliere quale modello economico sostenere tramite una rinnovata presa di coscienza e un’assunzione di responsabilità nei confronti della collettività. 

Prima dell’elaborazione del Manifesto, per sondare il grado di consapevolezza dei consumatori, è stata realizzata un’indagine su un campione di mille persone maggiorenni residenti in Italia, da cui è emersa – oltre ad una sostanziale pigrizia dei cittadini a portare avanti nel tempo scelte di consumo responsabile e un’attenzione particolare di quasi la metà degli intervistati solo alla qualità del prodotto e al suo prezzo – che le considerazioni etiche nella selezione dei prodotti e dei servizi da acquistare contano molto poco, tanto che solo il 18% del campione dichiara di tenerne conto. Questo nonostante l’opinione diffusa tra gli intervistati che attraverso le proprie scelte di consumo si possano condizionare i comportamenti delle aziende, spingendole verso una dimensione più etica (72%). In un’ipotetica scala, secondo il campione è più difficile far cambiare comportamento alla politica che a una multinazionale (52%), mentre le imprese più facilmente condizionabili sono le piccole aziende (76%). Interessante anche l’analisi di quali siano le componenti etiche prese in considerazione dai consumatori nella valutazione delle imprese e dei loro prodotti: il concetto di responsabilità aziendale si concentra innanzitutto nella responsabilità nei confronti dei lavoratori e, in particolare, nel fatto che si dia loro un giusto e regolare stipendio (56% su risposte multiple). Al secondo posto, a pari merito (39% su risposte multiple) nella responsabilità nei confronti dei consumatori (producendo prodotti di qualità) e dell’ambiente (non inquinando). In quarta abbattuta nell’attenzione al rispetto dei diritti di chi acquista (33% su risposte multiple).

In questo quadro generale di principi condivisi dai cittadini, ma poi poco perseguiti nelle loro scelte quotidiane si inserisce il Manifesto che ha l’obiettivo  – attraverso la sua conoscenza, adesione e condivisione – di rendere partecipi e mobilitare i cittadini, con un impegno che per essere realmente efficace sia costante nel tempo. “Essere consumatori socialmente responsabili non vuol dire essere intransigenti o moralisti – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – né supereroi che rispettano tutte le ‘regole’. Basta intraprendere un percorso verso la strada della consapevolezza di quanto possano essere determinanti le nostre scelte quotidiane di consumo, per innescare il mutamento da una società dei consumi a una società dei consumatori; certo non è un percorso facile, ma oggi siamo convinti che un concreto cambiamento sia più possibile rispetto al passato”.

 




Fatturazione a 28 giorni. Indagine MC.

I CINQUE OPERATORI PRINCIPALI NON RISPETTANO DIRETTIVE AGCOM.

AL VIA AZIONI INIBITORIE.

Movimento Consumatori ha svolto un’indagine per verificare quanti tra gli operatori di telecomunicazione rispettino la disciplina contenuta nella delibera dell’Agcom 121/17, ai sensi della quale “per la telefonia fissa, la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione deve essere su base mensile o suoi multipli. Per la telefonia mobile la cadenza non può essere inferiore a quattro settimane. In caso di offerte convergenti con la telefonia fissa, prevale la cadenza relativa a quest’ultima”.

Tra le centinaia di nominativi presenti nell’elenco pubblico tenuto dall’Agcom, sono stati selezionati/individuati solo gli operatori che erogano servizi in forma societaria e all’interno di questa lista ristretta, sono state controllate tutte le offerte attualmente in vigore o che lo saranno a breve.

I risultati dell’indagine hanno confermato che su 29 operatori ufficiali, solo cinque non si sono uniformati alle indicazioni dell’Autorità.

Si tratta dei cinque player più importanti, TIM, Wind-Tre, Fastweb, PosteMobile e Vodafone, proprio le imprese in relazione alle cui offerte l’Agcom ha emanato la delibera 121/17, e nei cui confronti di recente ha avviato un procedimento per l’irrogazione di sanzioni, vista la loro mancata ottemperanza alla richiesta di modificare il sistema di fatturazione.

In attesa di intervenire ad adiuvandum nel procedimento sorto avanti al Tar Lazio, a seguito del ricorso promosso dagli operatori “riottosi”, nei giorni scorsi MC ha inviato alcune diffide collettive dirette a fermare immediatamente la fatturazione a 28 giorni per i contratti relativi alla fornitura del servizio di telefonia fissa. L’associazione ha contestato i medesimi comportamenti lesivi degli interessi dei consumatori anche a Sky che proprio da domenica 1° ottobre modificherà la propria fatturazione, oggi mensile, prevedendo la periodicità di 28 giorni.

“Si tratta – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – di una pratica commerciale gravissima e sfacciata in aperta e dichiarata violazione delle norme vigenti che comporta un illegittimo e mascherato aumento dei costi dei servizi di oltre l’8% per milioni di consumatori. La circostanza che tutti i maggiori operatori destinatari delle nostre diffide abbiano simultaneamente deciso di modificare la periodicità della fatturazione e di non rispettare le prescrizioni dell’Agcom integra non solo gli estremi della pratica commerciale scorretta, ma è indice di un comportamento anticoncorrenziale a danno di milioni di consumatori sul quale potrebbe essere opportuna un’attenta indagine dell’Antitrust. Le compagnie di telecomunicazioni non possono cercare di far quadrare i loro bilanci con comportamenti così scorretti e privi di ogni trasparenza”.

Il Movimento Consumatori ha diffidato TIM, Wind-Tre, Fastweb, PosteMobile, Vodafone e Sky a ristabilire la fatturazione mensile e a restituire quanto indebitamente ricevuto con la fatturazione a 28 giorni. Se entro 15 giorni le compagnie telefoniche non cesseranno questo comportamento, Movimento Consumatori avvierà i giudizi cautelari per ottenerne in via d’urgenza dai tribunali l’immediata cessazione.

 

 




Cancellazione voli Ryanair. MC offre assistenza per le richieste di risarcimento anche online

I viaggiatori pagano la cattiva gestione della compagnia: prezzi bassi a discapito dei dipendenti.

Gli effetti delle numerose cancellazioni di voli della compagnia irlandese Ryanair, per motivi ufficialmente imputati alla gestione del personale, stanno ricadendo su decine di migliaia di viaggiatori, lasciati a terra in molti casi a ridosso della partenza.

Il Regolamento UE n. 2004/261/CE del 11/2/2004 disciplina i tempi e le modalità di comunicazione della cancellazione da parte delle compagnie aeree e i diritti dei passeggeri, ai quali spettano il rimborso del biglietto o la riprotezione su un altro volo e, a certe condizioni, un indennizzo forfettario che non comprenderà solo il costo vivo del biglietto, ma anche i danni patiti a seguito della mancata partenza.

“Il caso Ryanair – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – dimostra plasticamente come sia miope ogni politica industriale che basa il proprio successo su politiche di dumping sul prezzo, a scapito delle condizioni di lavoro e del salario del proprio personale. Confidiamo che serva di esempio per invertire una tendenza grave e spregiudicata che il caso Ryanair finalmente dimostra non essere neanche sostenibile oltreché ingiusta: fare business strizzando l’occhio al consumatore proponendo prezzi bassissimi ‘recuperando’ poi quanto ‘perso in sconti’ sul fronte dei costi del personale! Se Ryanair è oggi costretta ad essere inadempiente nei confronti di 400 mila passeggeri è perché ha imposto ai propri dipendenti per anni condizioni e salari di lavoro accettabili solo fino a quando ‘non si hanno alternative’. E’ ora di smetterla di contrapporre consumatori e lavoratori. Movimento Consumatori esprime solidarietà ai dipendenti Ryanair e offre aiuto a tutti i consumatori danneggiati: costringiamo l’azienda a cambiare, non vogliamo risparmiare sulla pelle di qualcun altro!”

MC offre assistenza ai passeggeri verificando se Ryanair abbia o meno rispettato le regole imposte dal Regolamento e rappresentando alla compagnia le richieste di risarcimento, e lo fa anche mettendo a disposizione dei cittadini, il suo Sportello del Consumatore online, un’innovativa modalità di consulenza e assistenza ai consumatori comodamente fruibile online attraverso il sito www.sportello.movimentoconsumatori.it.

Si possono anche contattare le sedi MC o scrivere a sosturista@movimentoconsumatori.it.




We Like: un campus che ha avvicinato i giovani a scelte di consumo responsabile

Con un campus si è concluso il percorso dedicato alle scuole dell’iniziativa “We Like. Il consumo che ci piace”, realizzata da Movimento Consumatori in collaborazione con NeXt Nuova Economia X Tutti.
Dall’8 al 10 settembre scorsi, presso l’Eco-Villaggio PantaRei di Passignano sul Trasimeno (Perugia), 29 studenti di 13 istituti superiori di tutta Italia – che hanno partecipato ai percorsi di educazione “We like” calandosi nei panni di giovani imprenditori con la simulazione di una start up sostenibile – sono diventati protagonisti di scelte di acquisto consapevoli, azioni di cittadinanza attiva, laboratori, e sono stati introdotti ai concetti di cosa vuol dire “fare associazione”, di consumerismo, di consumo responsabile.

Questi sono stati solo alcuni dei temi trattati nelle giornate del campus dai tutor del Movimento Consumatori con i contributi di associazioni del Terzo settore.

Il campus è stato anche occasione per illustrare ai ragazzi il “Manifesto del consumatore socialmente responsabile“, un decalogo realizzato da MC con la consulenza scientifica di NeXt, che ha la finalità di rendere consapevoli i cittadini della loro facoltà di incidere sul cambiamento dei modelli produttivi e economici, grazie alle loro scelte d’acquisto e che rappresenta il primo contributo di MC per il raggiungimento, entro il 2030, dei 17 obiettivi delineati dall’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile approvata dalle Nazioni Unite.

Nella tre giorni sono stati anche premiati i migliori progetti di start up sostenibili realizzati dagli studenti delle scuole partecipanti all’iniziativa. Domenica 10 settembre, il campus si è concluso con un CashMobEtico.

Hanno partecipato alcune aziende del territorio che hanno scelto di essere sostenibili e i ragazzi hanno raccontato attraverso foto e video le caratteristiche e i progetti di queste imprese virtuose.
“Riteniamo strategico puntare sulle nuove generazioni – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – per accelerare un cambiamento che è già in corso, ma procede troppo lentamente. I giovani sono per definizione ancora ‘puri’ e sanno discernere, distinguere, ma bisogna aiutarli a finalizzare la loro sensibilità. Siamo convinti, quindi, che un’esperienza come questa, iniziata con percorsi educativi nelle scuole e che si è conclusa con il campus We like, renderà i ragazzi più consapevoli e più attenti nei loro acquisti, facendogli acquisire conoscenze e preziosi strumenti di valutazione in un’ottica partecipativa e comunitaria, dimostrando quanto la responsabilità sociale possa essere dirompente”.

“Avere una buona idea non basta – spiega Luca Raffaele, project manager di NeXt – e serve a pochissimi se non si ha contezza delle esperienze virtuose già esistenti. Il problema dei nostri tempi non riguarda l’offerta di prodotti o servizi sostenibili, ma la domanda dei cittadini, ancora poco informata e diffusa.

Il campus organizzato da Movimento Consumatori rappresenta un momento di formAzione agli studenti sul consumo responsabile e il loro ruolo di cittadini attivi e NeXt si è occupato di fornire gli strumenti operativi necessari per mappare, valutare e premiare le buone pratiche imprenditoriali, innovative e responsabili. Sono stati utilizzati strumenti offline consolidati come il Cash Mob Etico e online come la nuova App “Voto col Portafoglio”, un trip advisor sociale in grado di far interagire giovani e imprese.

IL PROGRAMMA DEL CAMPUS “WE LIKE”

Il progetto “We Like, il consumo che ci piace. Percorsi di partecipazione per scelte di consumo socialmente responsabile” è finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali ai sensi della legge n. 383/2000, art. 12, comma 3, lett d) o f) – Linee di indirizzo annualità 2015.



Tutelare i piccoli azionisti delle Banche Venete e’ un dovere costituzionale.

Movimento Consumatori ritiene inaccettabili le dichiarazioni rilasciate dal ministro Padoan secondo il quale non sono percorribili strumenti di tutela per i piccoli azionisti delle due popolari venete in liquidazione in quanto “chi compra azioni di una società – ha dichiarato il ministro in esito ad un’interrogazione di ieri sulle iniziative volte alla tutela dei risparmiatori danneggiati da situazioni di dissesto bancario – sia pure di una banca, assume un rischio elevato che contempla la possibilità di perdere interamente l’investimento”.

“La decisione del Governo di lasciare senza alcuna tutela gli azionisti” afferma Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio e Risparmio MC – è inaccettabile per diverse ragioni:

1) molti degli azionisti hanno, infatti, originariamente acquistato obbligazioni convertibili che non presentano un livello di rischio distante dalle obbligazioni subordinate;

2) le banche popolari non erano quotate in borsa e le azioni ‘illiquide’ delle stesse non erano negoziabili, quindi anche ‘a valle’ degli acquisti sollecitati dalle filiali, nel corso dei quali le azioni sono state sempre presentate come titoli sicuri e (diversamente dal vero) ‘vendibili’, l’azionista non era in condizione di gestire il rischio in relazione alle notizie societarie;

3) la gran parte delle vendite delle azioni è avvenuta in palese violazione di ogni dovere di condotta degli intermediari, con la conseguenza che a nessuno dei piccoli azionisti è stato mai rappresentato il rischio affrontato;

4) l’esclusione dei debiti risarcitori e restitutori dal perimetro di cessione ad Intesa Sanpaolo è discriminatoria, irragionevole e contraria ai principi di uguaglianza, tutela del risparmio e del diritto di difesa di cui agli artt. 3, 24 e 47 Cost.  In molti casi l’acquisto delle azioni è stato illegittimamente finanziato dalla banca con la conseguenza che gli azionisti rimarrebbero esposti al pagamento dei prestiti ricevuti nei confronti di Intesa Sanpaolo, non potendo eccepire in compensazione il danno derivante dall’illegittima vendita delle azioni da parte della banca;

5) l’intero decreto è palesemente irragionevole in quanto alle vittime di tali illeciti non è assicurato nemmeno un privilegio nella ripartizione degli attivi della liquidazione coatta amministrativa.

Riteniamo che il decreto sia ingiusto e che debba essere modificato in quanto pregiudica decine di migliaia di vittime di illeciti gravissimi che minano valori fondamentali, quali la tutela del risparmio sancita dall’art. 47 della Costituzione. Le modalità di approvazione del decreto, sotto il ricatto del recesso di Intesa in caso di modifiche sostanziali, è una gravissima e inaccettabile ferita per la democrazia e la supremazia del Parlamento. Auspichiamo che il Senato modifichi il decreto e che comunque Intesa Sanpaolo si dichiari disponibile a iniziative di tutela dei piccoli azionisti, che rappresentano l’asset fondamentale dell’operazione. In caso contrario qualora non dovessero essere fornite concrete risposte agli ex azionisti delle due banche venete, questi non avrebbero altra strada che agire contro tutti i soggetti responsabili, richiedendo l’immediata restituzione di tutti i depositi e l’interruzione di ogni rapporto contrattuale, vista l’evidente e intollerabile ingiustizia imposta con il contratto di cessione da Intesa Sanpaolo”.

“Padoan si dimetta subito – dice Alessandro Mostaccio, segretario generale MC –  ha lasciato in stallo il dossier banche venete per più di un anno. È sua la responsabilità del vicolo cieco in cui ci troviamo”.