“Io riciclo” – Indagine del Movimento Consumatori di Milano

Il Movimento Consumatori di Milano ha avviato una indagine web per valutare la chiarezza e la bontà delle informazioni fornite sul servizio di raccolta differenziata alla cittadinanza.

Vi invitiamo a compilare in forma anonima, e diffondere ad amici e conoscenti, un brevissimo questionario online sulla raccolta differenziata nella città di Milano.

Vai al questionario: https://docs.google.com/spreadsheet/viewform?formkey=dC1JZ0lHcmI2LVk2Z0s2WEQxYUJLaEE6MQ

Grazie per aver dedicato a noi e alla tua città qualche minuto del tuo tempo.

Movimento Consumatori Milano




Esposto contro Fondiaria Sai. Movimento Consumatori in Lombardia attiva un numero verde per informazioni

Movimento Consumatori chiede che si indaghi sul falso in prospetto per l’aumento del capitale 2011 e invita gli azionisti a rivolgersi all’associazione per organizzare e promuovere le azioni risarcitorie individuali e collettive Nel mese di giugno 2011, Fondiaria Sai ha attuato la prima grande operazione di aumento di capitale per circa 800 milioni di euro. Movimento Consumatori, dopo aver sottoposto la questione ai propri consulenti legali, ritiene che la pubblicazione del prospetto informativo contenga gravi omissioni che possono comportare la responsabilità da prospetto informativo di Sai Fondiaria.

“L’incompletezza del prospetto può aver danneggiato tutti gli azionisti che hanno sottoscritto l’aumento di capitale del 2011 – sostiene Paolo Fiorio, responsabile dell’Osservatorio Credito & Risparmio del Movimento Consumatori – e, più in generale, tutti gli azionisti che fin dal mese di luglio 2011 non hanno disinvestito, evitando così ulteriori danni.

Sai Fondiaria nel prospetto pubblicato il 24 giugno 2011 non ha, infatti, informato il pubblico che avrebbe dovuto rivedere la valutazione delle riserve tecniche per i sinistri RC Auto in considerazione della sentenza della Corte di Cassazione che qualche settimana prima aveva sancito l’applicabilità dei parametri tabellari del Tribunale di Milano che prevedevano risarcimenti superiori rispetto a quelli di quasi tutti gli altri tribunali”. Sono gli stessi bilanci di Sai Fondiaria ad ammettere che il “rafforzamento del carico residuo delle riserve sinistri RC Auto (pari a complessivi € mil. 810 relativamente ai sinistri gestiti di generazioni di esercizi precedenti) è stato particolarmente rilevante trovando, tra l’altro, fondamento nella progressiva estensione dell’utilizzo delle tabelle per la liquidazione del Danno non patrimoniale e ciò anche a seguito della sentenza di Cassazione del giugno 2011 che ha adottato, quale criterio di riferimento per l’equa valutazione del risarcimento, le tabelle del Tribunale di Milano”.

L’importanza di tale omissione è stata segnalata anche dal Collegio Sindacale nella propria relazione sulla denuncia presentata dal socio Finleonardo S.p.A. il quale ha concluso che “sarebbe stato preferibile, da parte del management, una più esplicita disclosure sulla sentenza della Cassazione”. Le omissioni del prospetto per l’aumento di capitale del 2011 e i risultati delle indagini in corso presso la Procura della Repubblica di Torino e presso la Consob potranno fornire elementi fondamentali, perché gli investitori possano agire nei confronti dei molti soggetti responsabili per ottenere il risarcimento dei danni. “ “Movimento Consumatori – conclude Fiorio – chiede che anche su tale vicenda indaghino la Procura della Repubblica di Torino e la Consob” Movimento Consumatori invita tutti gli azionisti di Fondiaria Sai in Lombardia a rivolgersi all’associazione scrivendo all’indirizzo email fonsai@movimentoconsumatori.it per organizzare e promuovere le azioni risarcitorie individuali e collettive. Per informazioni Movimento Consumatori Lombardia ha attivato il numero verde 800 864534.




Vaccino antinfluenzale: confusione sui dati, quali i costi?

Vaccino antinfluenzale: confusione sui dati. Emergenza sanitaria o sperpero di denaro pubblico? Ci dicano quanti vaccini vengono effettivamente inoculati e a quale costo per la collettività.

Incomincia a Milano la diffusione del vaccino antinfluenzale.  Ancora oggi però i cittadini milanesi non sanno quanti vaccini sono a disposizione e quanto costeranno alla collettività. Secondo fonti di stampa (i dati su Repubblica.it e su Corriere.it), le uniche a disposizione perché di fonti istituzionali non ne esistono, le dosi di vaccino a disposizione della città di Milano, si attestano tra le 101 mila e le 167 mila dosi.

Buio completo anche sull’effettivo fabbisogno. Sempre secondo le ricostruzioni giornalistiche, infatti, il fabbisogno stimato di vaccini, si attesterebbe intorno alle 210 mila dosi, un numero di gran lunga inferiore rispetto agli anni passati nei quali il fabbisogno di fiale si attestava intorno alle 250 mila dosi.

Stando a questi dati, migliaia di cittadini (tra anziani, over 65 anni, malati cronici con patologie alle vie respiratorie come asma o fibrosi cistica al cuore e all’apparato cardiocircolatorio, diabete e malattie al fegato o ai reni o bambini) non potranno accedere alla vaccinazione in forma gratuita. E ci troveremmo di fronte ad una vera e propria emergenza sanitaria.

Oppure, al contrario è possibile che molti tra i 250 mila che hanno ricevuto il vaccino negli anni scorsi, in tempi lontani dalla spending review, non ne avessero realmente necessità.

Per rispondere a queste domande abbiamo provato a interpellare Asl Milano che però non è stata in grado di dirci, in tempi rapidi, il costo del vaccino, il quantitativo a disposizione per l’anno in corso e quanti vaccini sono stati effettivamente inoculati negli anni scorsi. Sarebbero stati dati utili per capire se ci troviamo di fronte ad una penuria di scorte e ad un reale pericolo per la salute pubblica.

E’ importante fare chiarezza su costi e fabbisogno. Altrimenti non è possibile fornire ai consumatori le informazioni corrette e si creano inutili allarmismi su un tema tanto delicato, soprattutto per le categorie a rischio. Sappiamo per esperienza che proprio la poca chiarezza e gli allarmismi sui temi della salute provocano poi gravi ripercussioni anche sui conti pubblici. Proprio i vaccini ad esempio sono stati al centro del caso del 2009 quando in ambito regionale era stato rilevato un surplus di corte e un conseguente sperpero di denaro pubblico per milioni di euro.

“Non sarebbe poi il caso di rivedere anche i parametri in base ai quali viene stimato il fabbisogno di vaccini e puntare su una attività di prevenzione e di educazione che non punti solo sulla vaccinazione come strumento per combattere l’influenza?

Come spiega uno studio della Cochrane Collaboration, una iniziativa internazionale no-profit che valuta criticamente e diffonde le informazioni relative alla efficacia ed alla sicurezza degli interventi sanitari, su 100 adulti sani vaccinati, 1 sviluppa l’influenza, mentre su 100 non vaccinati 4 sviluppano influenza. Va considerato poi che il vaccino difende solo dall’influenza e non dalle sindromi influenzali che colpiscono 6 persone su 100.

Per Piero Pacchioli, presidente del Movimento Consumatori Milano, “Una revisione dei parametri sui cui si stima il fabbisogno di vaccini che punti meno sulla medicalizzazione della popolazione di certo darebbe beneficio all’impegno di risorse economiche e eviterebbe la somministrazione di terapie a volte non necessarie. Un eventuale risparmio che consentirebbe di investire risorse in progetti di sensibilizzazione della popolazione su quelle buone pratiche, richiamate anche dai CDC USA che, se applicate, permetterebbero comunque di diminuire la possibilità di contrarre influenza e sindromi influenzali”.

 




Prevenzione dell’influenza. Non solo vaccino.

In vista della imminente campagna antinfluenzale, alcuni consigli utili per la prevenzione a tutela della salute e del sistema sanitario. Oltre alla vaccinazione di anziani e soggetti a rischio, infatti, tutti possono adottare provvedimenti aggiuntivi per aiutare a prevenire l’influenza e a ridurne le complicanze. Le raccomandazioni per prevenire l’influenza si sono finora concentrate sulla vaccinazione (più qualche riferimento a farmaci antivirali proposti per prevenire/abbreviare la malattia). Ma questa, benché molto efficace nel prevenire l’influenza dovuta ai ceppi contenuti nel vaccino dell’anno, evi-tando complicanze e salvando vite, risolve solo parte dei problemi delle “sindromi influenzali”.

Cos’è la sindrome influenzale?

È una malattia virale che tende a risolversi da sola, con febbre sopra i 38,5 °C, sintomi respiratori (tosse e/o affanno, scolo nasale) e generali (in adulti e anziani: mal di testa, dolori a muscoli, ossa, arti-colazioni). È causata da più di 200 virus, tra cui quelli dell’influenza.

Da cosa non protegge il vaccino?

Non protegge da virus dell’influenza diversi da quelli inseriti nel vaccino. Inoltre non protegge da virus non influenzali, ma capaci di dare sintomi indistinguibili dall’influenza.

Perciò, senza discutere l’utilità del vaccino per anziani e soggetti a rischio (e di una cura appropriata della sindrome influenzale: ISS e ASSR, Linea guida 16, 2008, www.snlg.iss.it/lgn), è importante poter contare su protezioni aggiuntive. Oltre al vaccino per i soggetti a rischio, tutti possono aumentare la protezione verso le infezioni (e le pandemie):

● con un’attività fisica moderata, effettuata a dosi regolari come se fosse un farmaco

● evitando il fumo, anche passivo; i fumatori hanno un motivo in più per smettere (per un efficace programma di cessazione si veda www.iss.it)

● con un’alimentazione mediterranea salutare, con cibi prevalentemente vegetali, naturali, inte-grali e freschi, capaci di aumentare le difese locali delle mucose e le difese generali nei con-fronti delle infezioni (e di proteggere da malattie cardiovascolari, diabete e tumori)

● con ragionevoli comportamenti igienici come ad esempio

Stare a casa quando si è malati, senza andare al lavoro, a scuola o in mezzo agli altri, aiuta il prossimo a non ammalarsi

Evitare stretti contatti con chi può essere ammalato. Coprire bocca e naso con un fazzoletto se si tos-sisce o starnutisce.

Lavarsi le mani spesso, prima, durante e dopo aver preparato cibi, prima di mangiare e dopo l’uso del bagno, più spesso quando qualcuno in casa è malato, sempre quando si è tossito o starnutito. I virus possono sopravvivere ore sulle superfici di giocattoli, tastiere, telefoni, corrimani, maniglie di porte e mezzi pubblici, pulsanti di ascensori…

Usare sapone e acqua calda o, se non è possibile, un gel disinfettante o fazzolettini con soluzione alcolica, acquistabili in farmacie o nei supermercati. Ciò può prevenire anche altre serie malattie come epatite A, meningiti o diarree infettive.

Evitare di toccarsi occhi, naso o bocca. Uno dei modi comuni di contrarre infezioni è sfregarsi naso od occhi dopo che un virus ha contaminato le mani.

Non usare in comune oggetti da toeletta e asciugamani, rossetti/burrocacao, posate, tovaglioli, bicchieri e non bere direttamente dalla stessa bottiglia.

Non far usare ai piccoli giocattoli in comune con bambini raffreddati, o prima lavarli.

Non fumare/evitare ambienti fumosi. I fumatori si ammalano d’influenza più spesso e hanno più complicanze e mortalità (NB: l’esposizione al fumo spiega il 68% delle polmoniti da pneumococco in una popolazione).

Praticare altre abitudini salutari

Evitare il superlavoro e non privarsi di riposo, perché lo stress abbassa le difese dell’organismo.

Bere e mangiare alimenti sani, evitare i “cibi spazzatura” e aumentare il consumo di frutta e verdura.

… e un’attività fisica regolare per mantenere un’ottima funzione immunitaria: chi fa esercizio moderato almeno 2 volte alla settimana ha molte meno probabilità d’ammalarsi dei sedentari. Al contrario, esercizi eccessivi per intensità e durata sono associati con maggior rischio d’infezioni, come negli atleti agonisti.




FONDIARIA SAI. I responsabili risarciscano i danni

L’associazione invita i candidati amministratori a fare immediata chiarezza sui gravissimi comportamenti che hanno connotato la cattiva gestione della Compagnia e a precisare se intendano promuovere le azioni di responsabilità per il risarcimento dei danni.Lo scorso 26 ottobre il Collegio Sindacale ha infatti pubblicato la relazione conclusiva sulla denuncia proposta dal fondo Amber sulle gravi irregolarità nella gestione della Compagnia assicurativa. I sindaci hanno evidenziato specifici profili di responsabilità su numerose operazioni sia  con riferimento alle consulenze milionarie affidate a Salvatore Ligresti sia per le numerose operazioni in conflitto di interessi effettuate con società riconducibili alla famiglia Ligresti.

“E’ ora che i responsabili del dissesto di Sai Fondiaria risarciscano i danni arrecati ai risparmiatori – afferma Paolo Fiorio, responsabile dell’Osservatorio Credito & Risparmio del Movimento Consumatori – Proprio l’assenza di vincoli all’esercizio dell’azione di responsabilità è stato il presupposto che ha evitato l’obbligo di promuovere l’offerta pubblica di acquisto che non avrebbe certamente consentito gli enormi danni che oggi i risparmiatori hanno subito a seguito dell’aumento di capitale di quest’estate. Non bastano però impegni formali è necessario che gli amministratori responsabili siano condannati a risarcire i danni arrecati a decine di migliaia di risparmiatori”.Il Movimento Consumatori invita tutti gli azionisti di Fondiaria Sai a rivolgersi all’associazione scrivendo all’indirizzo e-mail: fonsai@movimentoconsumatori.it per poter essere costantemente aggiornati sull’evoluzione delle indagini penali in corso presso le Procure della Repubblica di Torino e di Milano e per aderire alle iniziative di tutela collettive in corso di studio.




Vincere la crisi, associazioni a confronto a Milano

Lunedì scorso, i rappresentanti di Arci Lombardia, AUSER Lombardia, CNCA Lombardia, ConfConsumatori,  Legacoopservizi/sociali e Movimento Consumatori si sono incontrati all’Ambrosianeum di Milano per il primo momento di confronto sul tema “Vincere la crisi, associazioni a confronto. Quale futuro per il welfare”. L’incontro, nato nell’ambito del progetto finanziato dalla Regione Lombardia “Svegliamoci e Sognamo”, sancisce l’avvio di un rinnovato percorso sinergico dell’associazionismo lombardo, che si sta interrogando sull’individuazione di risposte ai bisogni della cittadinanza in tempo di crisi e di rapido mutamento sociale e economico.

Ad aprire il vivace confronto lo psicosociologo Gino Mazzoli, che da oltre 20 anni si occupa di ricerca, formazione e consulenza verso servizi di welfare,  con una riflessione sulle nuove vulnerabilità.

Per il sociologo “E’ la fascia intermedia quella più vulnerabile oggi. E’ quella che si sta modificando e si sta impoverendo”.

L’idea di nuova marginalità va quindi ampliata e aggiornata: “in assenza di reti i più vulnerabili a eventi naturali (come ad esempio ad una separazione) sono le persone che hanno una casa, un titolo di studio e un lavoro e che hanno speso più di quanto avessero a disposizione. C’è grande vergogna a chiedere aiuto”.

“E’ il momento di pensare ad un ceto diverso dal solito: gli spaesati, gli incavolati, quelli che voglio tutto e non voglio rinunciare a nulla”, ha proseguito Mazzoli che individua per l’associazionismo la sfida e l’opportunità di un ritorno all’essenziale:  “saper intercettare un ceto che non chiede o che si vergogna a chiedere richiede nuove competenze di aggancio, passaparola allestito, capacità di pensare rispetto ai target, capacità di ricostruire il porta a porta, modalità di incontro nella convivialità. Insomma bisogna tornare ad intercettare i bisogni e bussare a quelle porte dove non bussa nessuno”.

Dopo l’intervento articolato hanno preso parola i presidenti delle associazioni coinvolte nel progetto “Svegliamoci sognamo”.

Sergio Veneziani, Presidente Auser Lombardia ha richiamato l’attenzione sul ruolo della politica in un momento di estrema crisi: “senza la Politica non andiamo da nessuna parte. Nessuno è autosufficiente da capire la risposta ai problemi senza un orientamento e una visione di natura politica”. Per Veneziani “il problema vero è la rappresentatività sul territorio. Anche il sindacato pare in difficoltà nell’intercettare i bisogni dei lavoratori e della gente. Dobbiamo tornare a fare sia volontariato che promozione sociale”.

Felice Romeo, Presidente Legacoop servizi/sociali auspica una  maggior attenzione alle nuove problematicità: “anche nella cooperazione il ragionamento va legato alla rivoluzione culturale. Siamo partiti negli anni Ottanta come nodi sul territorio, abbiamo poi avuto una evoluzione strutturale dal punto di vista aziendale, e siamo diventati una sorta produttori di servizi. Dobbiamo provare a fare una rivoluzione aziendale: alcuni servizi vanno fatti con una visione cooperativa e con coinvolgimento alto dell’utenza”. Per Romeo: “dobbiamo essere più in rete rispetto a quello che succede sul territorio. Dobbiamo fare ragionamenti di rete cogenti”

Riflette poi sulla bontà delle sinergie che apre il progetto e sul percorso di vicinanza intrapreso dalle associazioni lombarde Piero Pacchioli, Presidente del Movimento Consumatori Lombardia.

“Noi che ci occupiamo di consumo a 360 gradi abbiamo assunto questo percorso perché percepiamo dalla nostra realtà diverse novità che impongono una riflessione più generale. Ci sono nuovi bisogni e nuovi scenari di welfare da condividere e questa esperienza interassociativa è una boccata d’ossigeno anche per il mondo consumerista. E rappresenta anche un passaggio rilevante per tutto il  terzo settore. Vederci, lavorare insieme e una programmazione di lungo periodo, seppure su fronti diversi, porterà sicuramente a migliori risposte per la cittadinanza che ci interpella”.

Per Claudio Figini, Presidente CNCA Lombardia è ancora necessario continuare a  “focalizzare lo sguardo sul margine. Si devono cercare parole nuove, che fatichiamo a trovare. Questo percorso è uno stimolo forte, il discorso di restituire i problemi alla comunità ha preso diverse forme. Solitudine e isolamento indeboliscono anche le famiglie che fanno scelte di disponibilità. Quando ci sono comunità sociali più forti il terreno di incubazione del disagio è più arido”.

A chiudere gli interventi Massimo Cortesi, Vicepresidente Arci Lombardia che invita tutti a “ripensarsi culturalmente”.

Per Cortesi, “siamo passati da una crisi che è nata dai primi anni Novanta con la rottura del tessuto classico, senza cambiare nulla. Ci arriviamo oggi e dobbiamo cambiare marcia. I dati dell’Arci sono entusiasmanti, soprattutto in Lombardia. Ma dobbiamo interrogarci sulle nostre fragilità. L’associazionismo giovanile sta sviluppando tematiche davvero interessanti che possono portare novi modelli di azione. E’ importante che le reti associative tornino ad un quadro di ieri, ad un progetto comune dove le azioni del territorio riescono a ricostruire quell’ordito sociale che sembra andato perduto”.