Treni. Conciliazione paritetica anche per il trasporto regionale

Il 23 marzo scorso, è stato siglato il protocollo d’intesa tra Trenitalia e le associazioni dei consumatori per introdurre anche nel trasporto regionale la conciliazione paritetica, che consentirà ai viaggiatori di risolvere in modo rapido le piccole controversie senza dover ricorrere alla giustizia ordinaria.

Alla firma è seguito un incontro in streaming a cui hanno partecipato Gianfranco Battisti, AD di FS Italiane, Luigi Corradi, AD di Trenitalia, Sabrina De Filippis,Direttore della Divisione Passeggeri Regionale Trenitalia e i rappresentanti delle sedici associazioni dei consumatori che hanno firmato l’intesa, tra cui Movimento Consumatori.

“Questo accordo è il frutto di un percorso da tempo intrapreso da MC e dalle altre associazioni dei consumatori – afferma Marco Gagliardi, responsabile Trasporti e turismo dell’associazione – per offrire ai pendolari, lavoratori e studenti e a tutti gli utenti del trasporto ferroviario regionale un’opportunità e uno strumento rapido e privo di costi per far valere i propri diritti, previsti a livello comunitario, in caso di disservizi di Trenitalia, senza dover ricorrere alla giustizia ordinaria”.

Il percorso è iniziato a dicembre 2019 con l’avvio del confronto, successivamente condiviso con le Regioni. Da luglio 2020, gli sforzi congiunti di Trenitalia e delle associazioni dei consumatori hanno gettato le basi per siglare il nuovo protocollo che MC confida possa passare alla fase operativa nel più breve tempo possibile.




Movimento Consumatori sostiene la campagna #payyourworkers

Una coalizione di oltre 200 organizzazioni chiede ai marchi e ai distributori della moda di pagare alle lavoratrici e ai lavoratori tessili quanto dovuto: rinunciando soltanto a 10 centesimi di profitto su ciascuna t-shirt venduta, aziende come Amazon, Nike e Next potrebbero permettere a queste persone di sopravvivere alla pandemia. Sul nuovo sito della coalizione PayYourWorkers.org, tutte le informazioni e le richieste ai marchi.

Milioni di lavoratori hanno lottato per sfamare le proprie famiglie da quando i marchi li hanno abbandonati lo scorso marzo. Le aziende hanno risposto alla crisi rifiutandosi di pagare gli ordini e utilizzando la diminuzione della domanda di abbigliamento per ottenere prezzi ancora più bassi dai fornitori. Questo ha comportato una diffusa perdita di posti di lavoro e di reddito, spingendo tante persone sempre più a fondo nella povertà e nella fame.

A un anno dall’inizio della crisi, molti marchi sono tornati a fare profitti, raggiungendo persino traguardi record, mentre i lavoratori nelle loro catene di fornitura lottavano per sopravvivere. Next e Nike sono dei cosiddetti “Super Winners” essendosi ripresi rapidamente dalle perdite della pandemia e iniziando a realizzare nuovamente profitti. Amazon ha fatto ancora meglio e ha registrato un aumento di quasi il 200% dei profitti, salendo a ben 6,3 miliardi di dollari nel primo anno della pandemia. Queste aziende possono e devono garantire che i lavoratori non paghino il prezzo della pandemia con i loro salari di povertà.

La campagna #PayYourWorkers, che riunisce 200 sindacati e organizzazioni della società civile di 35 diversi Paesi, tra cui Movimento Consumatori, chiede ai marchi di fornire immediato sollievo ai lavoratori dell’abbigliamento e di sottoscrivere impegni vincolanti per riformare il loro settore in rovina.

“In filiere e consumi globalizzati  – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – non è più possibile che le aziende giochino a ‘nascondersi’ dietro la ‘lontananza’ del luogo di produzione da quello di consumo. A filiere globali deve corrispondere una trasparenza globale. E’ questo che chiedono i consumatori. E’ questo che esigiamo!”

In particolare, la campagna chiede che aziende come Amazon, Nike e Next paghino quanto dovuto ai lavoratori durante la pandemia, rispettino il diritto di organizzarsi e i contratti collettivi, si assicurino che i lavoratori non vengano mai più lasciati senza un soldo se la loro fabbrica fallisce aderendo alla proposta di fondo negoziato di garanzia per le indennità di fine rapporto e disoccupazione. Sophorn Yang, presidente della Cambodian Alliance of Trade Unions, ha dichiarato: “I lavoratori in Cambogia hanno perso milioni di dollari di salari durante la pandemia a causa delle azioni dei marchi. È tempo che le aziende riconoscano la posizione di potere che occupano nelle catene di fornitura di abbigliamento e calzature e si assumano la responsabilità dei salari dei lavoratori che gli garantiscono miliardi di dollari di profitti ogni anno”.

“Abbiamo calcolato che se i marchi rinunciassero a intascarsi solo dieci centesimi per t-shirt potrebbero garantire ai lavoratori dell’abbigliamento il reddito di cui hanno bisogno per sopravvivere alla pandemia e rafforzare le protezioni contro la disoccupazione per il futuro. Questa proposta è realizzabile subito mentre salari dignitosi dovranno essere il prossimo obiettivo per tutta l’industria, non appena il picco della crisi si attenuerà. I marchi e distributori che affermano il contrario, stanno anteponendo i profitti al benessere dei loro lavoratori ” ha concluso Deborah Lucchetti, coordinatrice della Campagna Abiti Puliti, che vede tra i suoi aderenti anche Movimento Consumatori.

ULTERIORI INFO SULLA CAMPAGNA




Tutti connessi

Tecnologia e innovazione al servizio dell’inclusione sociale

Per andare incontro alla crescente esigenza di aiuto nell’accesso ai servizi online, presso la sede di Movimento Consumatori Milano è attivo un servizio di assistenza ai cittadini che sono in difficoltà ad accedere a servizi e strumenti digitali. Il servizio, a disposizione dei cittadini, riguarda,  per esempio:

  • l’attivazione di SPID,
  • il calcolo di alcune imposte,
  • l’accesso informatico a servizi,
  • l’accesso al proprio fascicolo sanitario, alla posizione INPS,
  • la verifica di bollette relative a utenze,
  • l’acquisto di prodotti e servizi digitali.

Lo sportello risponde al numero 02.80583136 dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 14.30 oppure all’email info@movimentoconsumatorimilano.it

E’ possibile inoltre chiedere assistenza per la consultazione delle proprie utenze online e di essere affiancati nella presentazione di richieste di chiarimento, di rimborso o di generici reclami per disservizi.
Inoltre è possibile essere affiancati per la prenotazione di visite ed esami o nell’accesso a esiti e referti online.
Parallelamente alla gestione dei servizi offerti ai cittadini, verranno utilizzate le informazioni pervenute dagli stessi per segnalare ai Sindaci ed ai gestori delle forniture domestiche, le difficoltà di accesso ai sistemi informatici, rendendosi inoltre disponibili per eventuali collaborazioni per migliorare l’accessibilità ai sistemi informatici.

Progetto realizzato con i fondi Ministero sviluppo economico. Riparto 2020




Antitrust, multa di 10 milioni a Ticketone. MC: dopo 12 anni accolte le nostre denunce

A distanza di 12 anni dalla campagna “Sconcertiamoci”, promossa da Movimento Consumatori per fare chiarezza sul prezzo dei biglietti dei principali concerti di musica leggera, l’Antitrust ha finalmente accertato quanto da tempo denunciato da MC: attraverso una serie di condotte agevolate dalle società del Gruppo CTS-Eventim di cui essa stessa fa parte, Ticketone ha abusato della posizione dominante acquisita nel mercato della vendita dei biglietti di eventi live, riuscendo ad ottenere una quota di diritti di prevendita e commissioni aggiuntive varie, in misura superiore a quanto sarebbe possibile ottenere in un contesto concorrenziale, a tutto scapito dei consumatori che hanno pagato prezzi maggiorati. E tutto questo in spregio ai numerosi esposti presentati da MC che aveva già da tempo denunciato l’esistenza di gravi anomalie a danno degli spettatori in relazione ai prezzi dei concerti.

Nel caso in cui il provvedimento dell’Antitrust dovesse essere impugnato davanti al TAR, Movimento Consumatori interverrà, come già ha fatto nel procedimento che ha portato alla condanna di Ticketone, a fianco dell’Autorità Garante per porre fine, una volta per tutte, agli abusi subìti dai consumatori.

Intervento di Movimento Consumatori sulla vicenda andato in onda il 20 gennaio 2021, su Striscia la notizia




Prescrizione bollette. AGCM sanziona Enel Energia, Sen e Eni gas e luce.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato una sanzione complessiva di 12,5 milioni di euro nei confronti di Enel Energia, Servizio Elettrico Nazionale ed Eni Gas e Luce accertando l’ingiustificato rigetto delle istanze con le quali gli utenti chiedevano l’annullamento delle fatture per crediti prescritti in applicazione della legge 205/2017 che ha introdotto la possibilità di eccepire la prescrizione biennale dei crediti vantati dagli operatori del settore energetico in relazione ai consumi conguagliati di luce e gas pluriennali.

Movimento Consumatori che ha sempre stigmatizzato in tutte le sedi, anche conciliative, senza nessun accoglimento, l’erronea applicazione della normativa vigente da parte delle società sanzionate, ora è pronta a raccogliere la richiesta dei consumatori di immediata restituzione dei pagamenti già effettuati a titolo di indebito conguaglio, entro il termine di tre mesi dall’istanza.

“La sentenza dell’Antitrust  – dichiara Ovidio Marzaioli responsabile del settore energetico di Movimento Consumatori – è una pietra miliare nell’applicazione della normativa vigente, fa giustizia ad una serie di distorsioni e tutela il consumatore in settori fondamentali per la vita quotidiana”.

“Riteniamo particolarmente grave la condotta sanzionata dall’AGCM – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – perché in espressa violazione di legge. Useremo questo primo caso per far ottenere a tutti i cittadini che hanno pagato fatture prescritte il rimborso delle somme indebitamente versate”.

L’associazione invita tutti i consumatori  a rivolgersi agli sportelli territoriali di MC o a scrivere a utenze@movimentoconsumatori.it per ottenere l’immediata restituzione dei pagamenti già effettuati a titolo di indebito conguaglio.




Privacy e cookie: MC chiede al garante di modificare le linee guida per vietare lo scrolling down come manifestazione del consenso

MC ha presentato le proprie osservazioni sulla bozza delle “Linee Guida sull’utilizzo di cookie e di altri strumenti di tracciamento” predisposta dal Garante della privacy, destinate a regolare la profilazione dei cittadini.

Sebbene la bozza delle Linee guida rappresenti un passo avanti rispetto alla disciplina precedente (provvedimento generale del 2014), Movimento Consumatori ha richiesto alcune importanti modifiche necessarie ad allinearla alle nuove norme europee.

Ad oggi, la gran parte dei siti Internet prevede che il consenso al trattamento dei dati si ritenga prestato anche nel caso in cui l’utente chiuda il banner o clicchi su un altro elemento della pagina e/o semplicemente la scorra (scrolling down).

Le Linee guida, pur ammettendo che lo scrolling down risulti una modalità non idonea per la manifestazione del consenso, in maniera poco chiara e contraddittoria, consentono che questo “insignificante” gesto possa essere equiparato alla manifestazione del consenso qualora rientri in un più articolato comportamento dell’utente che permetta di registrare presso il server del gestore del sito un “evento qualificabile come azione positiva inequivocabile dell’utente in termini di consenso”.

Movimento Consumatori ha rilevato come le Linee guida siano in evidente contrasto con la definizione contenuta nell’art. 4 del GDPR, per cui il consenso al trattamento dei dati deve consistere in una manifestazione di volontà “libera, specifica, informata e inequivocabile”. Proprio l’inequivocabilità implica la necessità che il consenso si concretizzi in un atto chiaro e univoco, non diversamente interpretabile, che riguardi proprio il trattamento dei dati.

Lo scrolling down non può essere interpretato come manifestazione del consenso, da intendersi come “azione positiva inequivocabile” (considerando n. 32 GDPR). Ciò trova conferma sia nel parere n. 5/2020 del Comitato europeo per la protezione dei dati, che ha affermato che “il silenzio o l’inattività da parte dell’interessato, così come il semplice procedere all’uso di un servizio, non possono essere considerati una manifestazione attiva di scelta”, sia in alcune recenti sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea (1° ottobre 2019, C-673/2017 e 11 novembre 2020, C-61/19), che hanno vietato ogni forma di preselezione del consenso da parte del gestore del sito.

“Movimento Consumatori – afferma Paolo Fiorio, coordinatore del servizio legale dell’associazione – auspica una modifica della bozze delle Linee guida che escluda chiaramente che lo  scrolling down e il click sulla pagina del sito possano comportare una manifestazione di consenso al trattamento dei dati tramite i cookie. Si tratta infatti di modalità contrarie non solo al Regolamento GDPR, ma anche alle sentenze dalla Corte di giustizia che impongono un consenso espresso e specifico”.

“E’ ora di porre fine alla massiva profilazione dei cittadini – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – in quanto si tratta di una pratica che desta preoccupazione; ogni cittadino deve avere il diritto di non essere profilato se non quando sia espressamente d’accordo, dopo aver ricevuto un’adeguata informativa. Se non verranno modificate le Linee guida, la nostra associazione avvierà ogni azione giudiziaria, perché la disciplina nazionale sia conforme a quella dell’Unione europea come interpretata dalla Corte giustizia”.