OIio vergine d’oliva venduto come extravergine?
Movimento Consumatori ha inviato una segnalazione all’Antitrust, perché accerti se alcuni produttori di olio d’oliva abbiano posto in essere una pratica commerciale scorretta, dichiarando in etichetta come extra vergine, olio vergine d’oliva.
La segnalazione prende le mosse da una recente indagine svolta dalla rivista il Salvagente che ha messo sotto la lente di ingrandimento quindici marche di olio extra vergine di oliva. Di tali miscele di olio (dichiarato extravergine), ben sette, non sarebbero, in realtà tali. Nessun danno alla salute, si intende, ma si acquista un prodotto che certamente non vale il prezzo pagato.
Questa indagine, pubblicata a maggio 2021, ha un antecedente in un’altra indagine, pubblicata sempre dalla stessa rivista, nell’anno 2015, quando gli stessi dubbi furono sollevati con riferimento ad alcune etichette di olio extravergine (evidenziando come alcune miscele non risultassero, dalle analisi effettuate, come olio extravergine). Da quelle analisi, presero spunto alcuni provvedimenti dell’Agcm (in parte poi annullati dalla Giustizia Amministrativa).
La valutazione circa l’attribuzione della qualifica di olio extravergine di oliva, viene fatta sulla base di tanti fattori, e quello risultato non sufficiente per l’attribuzione della qualifica di extravergine, è stato la “prova d’assaggio” (panel test). E’ bene specificare che un olio per essere definito e venduto come extravergine, deve rispettare, i parametri chimici previsti dalla normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria per legge dal 1991. Lungi dall’essere una prova “soggettiva”, l’importanza del “panel test”, è stata di recente ribadita da una recente sentenza del Consiglio di Stato del 20 novembre 2020, laddove la Giustizia Amministrativa, ha ribadito l’attendibilità e l’oggettività del panel test, ritenendo la suddetta prova organolettica come “essenziale per la corretta classificazione degli oli”.
Movimento Consumatori – che si sta occupando del tema insieme al Movimento Terra è vita Vento del Sud – vuole quindi portare all’attenzione dell’Autorità, quanto segnalato dalla rivista, al fine di verificare se, come affermato da Il Salvagente, sugli scaffali dei supermercati, il consumatore corra il rischio di acquistare come extravergine, un semplice olio vergine di oliva. Se così fosse, è evidente, si assisterebbe ad una pratica commerciale scorretta, da qualificare come vendita negli scaffali, di un prodotto privo degli elementi pubblicizzati in etichetta e nelle campagne pubblicitarie.