L’associazione è favorevole alla liberalizzazione delle concessioni demaniali, e proprio per questo fermamente contraria alla privatizzazione del demanio costiero Riaffiora, dopo otto anni, la strampalata idea dell’allora ministro Tremonti di privatizzare le spiagge italiane.
L’ipotesi, che si sperava morta e sepolta, viene ora riesumata dal governo Letta, con il duplice intento di fare cassa una tantum vendendo il demanio costiero, e di aggirare – per la verità in modo grossolano e un po’ dilettantesco – le regole comunitarie sulla concorrenza. In questo senso non è un caso che dell’operazione si stia occupando il ministero dell’Economia, attraverso il sottosegretario Baretta, e non il Ministero competente per il Turismo.
Per inciso, va anche ricordato il paradosso, apparentemente inspiegabile, per cui la delega politica al turismo è affidata al “Ministro dei beni e della attività culturali e del turismo”, mentre il “Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo” è rimasto incardinato alla presidenza del Consiglio. “L’idea che sta prendendo piede – afferma Roberto Barbieri, responsabile del settore Turismo di Movimento Consumato
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