Fatturazione a 28 giorni. Tar Lazio respinge i ricorsi di Tim, Vodafone, Fastweb e Windtre.

Entro fine anno due miliardi di euro di rimborso per i clienti.
Movimento Consumatori: vigileremo affinché i consumatori vengano risarciti.

Il Tar Lazio con i dispositivi pubblicati oggi ha respinto i ricorsi presentati da Tim, Vodafone, Fastweb e Windtre e ha confermato i provvedimenti Agcom che hanno previsto un ristoro per i milioni di utenti coinvolti mediante la posticipazione della fatturazione dei servizi di telefonia fissa in misura pari ai giorni erosi dalla fatturazione a 28 giorni. Le compagnie quindi dovranno adempiere alle delibere di AGCOM e rimborsare i loro clienti entro il 31 dicembre 2018.
Gli operatori telefonici hanno infatti impugnato, avanti al Tar Lazio, la delibera n. 269/18/CONS che imponeva loro di posticipare, entro il 31 dicembre 2018, la data di scadenza delle fatture relative ai servizi di telefonia fissa, per un numero di giorni pari a quelli “erosi” a partire dal giugno 2017 e sino ad aprile 2018- quando le maggiori compagnie telefoniche ridussero a 28 giorni la consueta cadenza mensile di fatturazione e rinnovo dei servizi.

“Si tratta di un provvedimento di centrale importanza, affermano Paolo Fiorio e Corrado Pinna, legali che hanno assistito l’associazione avanti il Tribunale di Milano e davanti al TAR Lazio – che si aggiunge alle ordinanze cautelari del Tribunale di Milano che a giugno scorso ha inibito l’utilizzo delle clausole di fatturazione a 28 giorni, dichiarando l’illegittimità e la scorrettezza dei comportamenti dei principali operatori telefonici. La delibera dell’AGCOM è il primo caso nel quale un’Autorità indipendente arriva ad imporre il ristoro dei consumatori lesi, con una soluzione innovativa, adeguata per assegnare un’efficacia deterrente all’operato dell’Autorità e un vasto risarcimento a milioni di consumatori che hanno subito danni di modesta entità individuale, destinati altrimenti a non essere risarciti.

“Ora speriamo che le compagnie – afferma Alessandro Mostaccio, Segretario Generale MC – abbandonino definitivamente la strada dello scontro giudiziario con consumatori, associazioni ed Autorità e adempiano spontaneamente e velocemente alle deliberazioni dell’AGCOM. Movimento Consumatori, che ha seguito dagli inizi questa vicenda, vigilerà affinché tutti i consumatori danneggiati, compresi quelli che in questi mesi hanno cambiato compagnia, siano adeguatamente risarciti”.




Fatturazione a 28 giorni. MC: appello agli operatori

Movimento Consumatori chiede agli operatori di non impugnare la nuova delibera AGCOM ma di renderla l’occasione per voltare pagina: dite la verità agli azionisti e ai clienti.

 L’Agcom ha deciso ieri che entro il 31 dicembre 2018 Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb dovranno restituire in bolletta i giorni illegittimamente erosi agli utenti con le fatture a 28 giorni. Il calcolo dei giorni di servizio che ciascun operatore dovrà riconoscere in fattura dovrà riguardare il periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e la data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile.

Tempo fa, l’Agcom aveva diffidato gli operatori a far venir meno gli effetti dell’illegittima fatturazione a 28 giorni delle bollette emesse successivamente al 23 giugno 2017. Dopo le indicazioni del Tar del Lazio, che chiedeva di contemperare i diritti degli utenti con le esigenze di sostenibilità economico-finanziaria da parte delle aziende, l’Autorità ha ora stabilito il nuovo termine entro cui gli operatori dovranno ottemperare a quanto richiesto nei provvedimenti di diffida.

“Ci appelliamo a tutti gli operatori telefonici attivi in Italia – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori – perché accettino e adempiano a quanto sancito dall’Agcom con la delibera di ieri senza impugnarla al Tar. Riconoscano questa delibera come ragionevole e colgano l’occasione per interrompere un braccio di ferro senza frontiere con consumatori,  associazioni di consumatori, autorità di controllo e parlamento che dura ormai oltre ogni ragionevole previsione. Cogliete l’occasione, dite ai vostri azionisti che questa battaglia non la vincerete mai e smettete di resistere anche in tutti i giudizi in cui la nostra associazione vi ha legittimamente e vittoriosamente coinvolti (vedi l’articolo: Tribunale di Milano conferma che la fatturazione a 28 giorni è illegittima). Iniziate una nuova stagione all’insegna del rispetto della concorrenza e dei vostri clienti o sarà davvero il segno che con un unico operatore pubblico in regime di monopolio stavamo molto, ma molto meglio”.




Tribunale di Milano conferma che la fatturazione a 28 giorni e’ illegittima

Respinti i reclami di Wind, Fastweb e Telecom contro Movimento Consumatori. L’associazione: ora Compagnie restituiscano 1,2 miliardi di euro ai propri clienti

Con tre ordinanze pubblicate lo scorso 5 giugno, il tribunale di Milano ha sostanzialmente respinto i reclami proposti da Telecom, Wind e Fastweb ed ha accolto il reclamo incidentale di Movimento Consumatori.

Il tribunale ha confermato l’illegittimità della fatturazione a 28 giorni praticata dalle maggiori compagnie telefoniche. Ha inibito Telecom, Wind e Fastweb ad applicare le clausole per non risarcire i consumatori e per respingere ogni richiesta di rimborso o di storno imposta dall’Agcom.

Le unità temporali fondate sui moti lunari (28 giorni) sono state abbandonate nella cultura occidentale da oltre 2.000 anni in luogo delle unità a base mensile, come ha ben rilevato il Tribunale di Milano accertando che, seppure con una valutazione sommaria, il comportamento degli operatori telefonici è lesivo degli interessi dei consumatori e costituisce una pratica commerciale scorretta.

Il tribunale ha quindi inibito l’uso e gli effetti delle clausole eliminando ogni possibilità per le compagnie di continuare a sostenere la legittimità della fatturazione a 28 giorni.

Le compagnie telefoniche sono state condannate alla pubblicazione di un estratto del provvedimento sui rispettivi siti internet, sui maggiori quotidiani (ad eccezione di Fastweb) e ad inviarlo in allegato alle fatture di ogni cliente.

I tempi sono maturi perché le compagnie telefoniche restituiscano in tempi brevi quanto incassato illegittimamente dai propri clienti. Secondo le nostre stime, oltre 1.2 miliardi di euro. In caso contrario, la nostra associazione continuerà la propria battaglia giudiziaria avviando anche una class action.




Accolta azione collettiva di Movimento Consumatori su fatturazione a 28 giorni: per Tribunale di Ivrea è illegittima, condannata Vodafone

La compagnia dovrà informare gli abbonati dell’illegittimità delle clausole e del diritto dei consumatori ai rimborsi 

Con un’ordinanza cautelare dello scorso 29 marzo il tribunale di Ivrea, dott.ssa Claudia Gemelli, ha accolto le domande di MC che aveva richiesto di inibire a Vodafone ogni sistema di fatturazione a 28 giorni per la telefonia fissa e ogni pattuizione contrattuale che consentisse cicli di rinnovo e fatturazione per periodi inferiori al mese o a suoi multipli.

Il tribunale ha affermato che le clausole che da giugno 2017 hanno consentito la fatturazione a 28 giorni sono nulle e che l’applicazione di questo sistema è una pratica commerciale scorretta che ha gravemente danneggiato i consumatori. Per queste ragioni ha inibito l’applicazione delle clausole e dei sistemi di rinnovo e fatturazione a 28 giorni, condannando Vodafone a pubblicare il dispositivo dell’ordinanza sull’home page del proprio sito, sui quotidiani La RepubblicaLa Stampa e il Corriere della Sera e ad inviare agli abbonati una comunicazione per informarli che la fatturazione a 28 giorni è illegittima, che verrà nuovamente riportata alla cadenza mensile e che hano diritto alla restituzione delle somme indebitamente corrisposte.

Come ben sottolineato nell’ordinanza, il comportamento di Vodafone, tenuto “pervicacemente in spregio dei precetti dettati dall’Agcom si colora di una gravità tale da integrare gli estremi del dolo”. Si tratta infatti di illeciti che hanno riguardato milioni di consumatori, arrecando un vantaggio a tutte le compagnie di circa 900 milioni di euro nella sola telefonia fissa.

“Questi provvedimenti – spiegano gli avvocati Paolo Fiorio e Corrado Pinna, che hanno assistito il Movimento Consumatori nella causa – fanno finalmente chiarezza sui diritti dei consumatori, in linea con la l. 172/2017 che ha imposto la fatturazione mensile e con la decisione del Tar che ha confermato la delibera dell’Agcom che, per i contratti relativi alla telefonia fissa, imponeva la fatturazione su base mensile”.

“E’ ora che finisca il braccio di ferro tra le compagnie telefoniche, i consumatori e l’Autorità – dice Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – ora Vodafone restituisca subito quanto indebitamente percepito. In caso contrario la nostra associazione promuoverà un’azione di classe per tutelare milioni di cittadini ingiustamente danneggiati”.




Fatturazione a 28 giorni. Accolta azione collettiva di Movimento Consumatori: condannate Tim, Wind e Fastweb

IL TRIBUNALE DI MILANO NE HA CONFERMATO ILLEGITTIMITA’ DA GIUGNO 2017. L’ASSOCIAZIONE ORA CHIEDE IMMEDIATI RIMBORSI O PARTE CLASS ACTION

Con tre ordinanze cautelari pubblicate oggi il tribunale di Milano – Sezione Undecima Civile nella persona della dott.ssa Rosita d’Angiolella – ha accolto le domande del Movimento Consumatori che aveva richiesto di inibire a Tim, Wind e Fastweb ogni sistema di fatturazione a 28 giorni per la telefonia fissa e ogni pattuizione contrattuale che consentisse cicli di rinnovo e fatturazione per periodi inferiori al mese o a suoi multipli.

Il tribunale ha affermato che le clausole che hanno consentito la fatturazione a 28 giorni sono illegittime e che l’applicazione di questo sistema è una pratica commerciale scorretta che ha gravemente danneggiato i consumatori. Come sottolineato dai provvedimenti del giudice si tratta di illeciti che hanno riguardato milioni di consumatori, arrecando un vantaggio ingiusto a tutte le compagnie di circa 900 milioni di euro, connotati da un “perdurante comportamento della società convenuta che denota un grave elemento soggettivo di dolo”. Il giudice inoltre ha condannato le tre compagnie – entro cinque giorni dalla data di comunicazione dell’ordinanza – a pubblicare sulla home page dei loro siti un avviso con un estratto del provvedimento e entro sette giorni a pubblicare il dispositivo, per una volta, sui quotidiani la Repubblica e Corriere della Sera.

“Questi provvedimenti – affermano Paolo Fiorio e Corrado Pinna, che hanno assistito il Movimento Consumatori nelle cause – sono di estrema importanza e fanno finalmente chiarezza sui diritti dei consumatori, in linea con la l. 172/2017 che ha imposto la fatturazione mensile e con la decisione del Tar che ha confermato la delibera dell’Agcom che, per i contratti relativi alla telefonia fissa, imponeva la fatturazione su base mensile. Le clausole che da giugno 2017 hanno consentito il rinnovo e la fatturazione a 28 giorni per i contratti di telefonia fissa sono nulle con la conseguenza che le compagnie non potranno più rifiutarsi di stornare gli importi indebitamente pagati dai consumatori”.

“La vicenda della fatturazione a 28 giorni – osserva Alessandro Mostaccio, segretario generale MC –  ha distorto ogni dinamica concorrenziale del mercato e i fondamentali presidi della trasparenza e della correttezza. Quadro che si aggraverebbe ulteriormente qualora il procedimento avviato dall’Antitrust sull’esistenza di un intesa restrittiva della concorrenza tra le principali compagnie, trovasse conferma. Movimento Consumatori invita tutte le compagnie telefoniche a restituire immediatamente quanto indebitamente percepito. In caso contrario l’associazione promuoverà un’azione di classe per tutelare milioni di cittadini ingiustamente danneggiati”.

Per informazioni: sostelefonia@movimentoconsumatori.it 

 




Ritorno a fatturazione mensile. Movimento Consumatori diffida Vodafone su modalità di comunicazione ai clienti

Movimento Consumatori ha diffidato Vodafone per pratiche commerciali scorrette nella comunicazione ai clienti sul ritorno alla fatturazione mensile a seguito della legge 172 del 2017.

L’associazione, grazie a numerose segnalazioni dei consumatori, ha verificato che la società sta comunicando le modifiche contrattuali relative a questo ritorno alla fatturazione mensile con messaggi illegittimi sotto diversi profili.

In particolare, MC ritiene, da un lato, che l’operatore non espliciti in maniera chiara che le modifiche riguardano non solo la periodicità dei rinnovi contrattuali e della fatturazione, ma anche il corrispettivo; dall’altro che sia ingannevole l’informazione secondo cui la “spesa complessiva annuale non cambia“; questo perché il corrispettivo per i servizi telefonici non viene mai valutato su base annuale, bensì prendendo sempre a riferimento temporale, per la valutazione e il confronto del prezzo dei servizi, l’unità temporale di rinnovo che è e resta mensile.

Inoltre, nei messaggi in questione Vodafone non specifica al consumatore né che è possibile, né come esercitare il diritto di recesso, disattendendo così l’all. 1 del Regolamento  Agcom  519 del 2015 – emanato proprio per tutelare i clienti di utenze mobili –  in base al quale l’operatore deve inviare alle utenze interessate un SMS informativo che inizi con la dicitura “Modifica delle condizioni contrattuali” o similare, indicando, almeno, il contenuto delle modifiche e la loro entrata in vigore, con l’invito a verificarne i dettagli tramite canali divulgativi, fermo restando l’obbligo di informativa sul diritto di recesso.

Censurabile è inoltre il fatto che Vodafone non abbia pubblicato alcuna “apposita informativa presso i punti vendita e sul proprio sito web, con avviso in home page”, come invece imposto dal Regolamento.

“Questi comportamenti sono pratiche commerciali scorrette – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – e non rispettano il diritto dei consumatori alla trasparenza, correttezza e equità nei rapporti contrattuali. Diffidiamo, quindi, Vodafone a cessare entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento della diffida l’illegittima procedura di modifica delle condizioni contrattuali, a correggerle e a comunicarle sulla home page del suo sito Internet. Chiediamo inoltre che venga restituito ai clienti ogni maggiore importo corrisposto in conseguenza delle condizioni contrattuali illegittimamente modificate”.

L’associazione si riserva di segnalare questi comportamenti all’Antitrust e all’Agcom e di promuovere ogni azione, anche cautelare, a tutela dei consumatori danneggiati dai comportamenti imputabili alla società, anche prima del decorso del termine di 15 giorni per l’adempimento alle diffide.

Per informazioni: sostelefonia@movimentoconsumatori.it