TURISMO: ILLEGITTIME LE RICHIESTE DI SURPLUS PER “ADEGUAMENTO CARBURANTE”

Federconsumatori, Adusbef e Movimento Consumatori valutano importante la sentenza del Giudice di Pace di Cefalù (del 24/11/2009), che ha dato ragione ad una coppia di cittadini siciliani che, dopo aver prenotato  una crociera con Costa Crociere, si erano visti chiedere un sovrapprezzo per “adeguamento carburante propulsione nave” e “adeguamento carburante aereo”, in contrasto con quanto prevede il Codice del Consumo

 

 

Un adeguamento del tutto illegittimo. Al di là della presunta prescrizione dell’accaduto, tra l’altro confutata dal Giudice di Pace, secondo quanto affermato nella sentenza “la società convenuta avrebbe potuto aumentare il prezzo del pacchetto turistico soltanto ove il prezzo del petrolio nel novembre 2008, rispetto a quanto in essere alla data di pubblicazione del programma, e cioè a febbraio 2008, fosse effettivamente aumentato.”
Il fatto veramente assurdo di tale vicenda è che Costa Crociere ha richiesto un surplus per l’adeguamento carburante quando il petrolio diminuiva. “Come invece risulta dai listini prodotti dalle parti – recita la sentenza – il prezzo del petrolio da febbraio 2008 a novembre 2008 è diminuito: invero nel mese di febbraio 2008 […], tale prezzo oscillava tra gli 88,96 ed i 101,84 dollari al barile, mentre nel mese di novembre 2008 […] il costo del barile era compreso tra i 63,91 ed i 54,43 dollari.”
Il Giudice di Pace ha quindi condannato la Costa Crociere a rimborsare ai viaggiatori che hanno fatto ricorso i 220 euro richiesti (con gli interessi legali) più le spese sostenute per il giudizio.
Alla luce di questo importante pronunciamento, le nostre Associazioni invitano tutti i cittadini a verificare il corretto comportamento degli organizzatori di viaggi, dei tour operator, affinché non si verifichino altri episodi di questo tipo. Questo vale anche per le centinaia di passeggeri imbracati sulle crociere nello stesso periodo di quella in questione.

I cittadini di Cefalù hanno già segnalato la vicenda all’Antitrust, che ha aperto un’istruttoria in merito. Auspichiamo che tale pratica commerciale scorretta venga riconosciuta tale dall’Antitrust, affinché quanto avvenuto funga da monito per il presente e per il futuro.