UBER POP vietato in Italia per concorrenza sleale.
Movimento Consumatori con un esposto all’Antitrust aveva chiesto di indagare su pratiche commerciali scorrette.
Il Tribunale di Milano, accogliendo il ricorso presentato dai tassisti per concorrenza sleale, ha disposto su tutto il territorio nazionale il blocco di Uber Pop, uno dei servizi messi a disposizione dalla app Uber, con inibizione dalla prestazione del servizio.
Movimento Consumatori, ravvisando pratiche commerciali scorrette nell’esercizio dell’attività Uber Pop, il 26 marzo scorso aveva depositato un esposto all’Antitrust per indagare sul servizio Uber Pop in particolare, per la promozione in Italia di un’attività vietata dalla normativa sui taxi, per pubblicazione di informazioni ingannevoli sulla sicurezza e affidabilità del servizio e per l’adozione di clausole vessatorie e illecite e attende l’avvio del procedimento.
“In un’ottica di riduzione delle tariffe – afferma Marco Gagliardi, responsabile settore trasporti di Movimento Consumatori – le nuove tecnologie possono e dovranno essere utilizzate da chi ha una licenza regolare per svolgere il servizio Taxi. Chiediamo ai tassisti di salvare ciò che di buono c’è nell’intuizione di Uber, modernizzando la prenotazione e la gestione del servizio e alle istituzioni di attivarsi per salvaguardare il servizio pubblico, rendendolo accessibile alle tasche di tutti”.
Per Movimento Consumatori è essenziale che queste nuove forme economiche di trasporto “alternativo” vengano monitorate per distinguere tra nuove tipologie di business (che come tali devono rispettare tutte le normative vigenti) e forme di economia collaborativa e mutualistica non indirizzate esclusivamente al profitto. I casi che si stanno delineando ultimamente sono quelli di concentrazione di grandi player e big della Rete uniti a grandi capitali che nulla hanno a che vedere con la sharing economy.