Vincere la crisi, associazioni a confronto a Milano
Lunedì scorso, i rappresentanti di Arci Lombardia, AUSER Lombardia, CNCA Lombardia, ConfConsumatori, Legacoopservizi/sociali e Movimento Consumatori si sono incontrati all’Ambrosianeum di Milano per il primo momento di confronto sul tema “Vincere la crisi, associazioni a confronto. Quale futuro per il welfare”. L’incontro, nato nell’ambito del progetto finanziato dalla Regione Lombardia “Svegliamoci e Sognamo”, sancisce l’avvio di un rinnovato percorso sinergico dell’associazionismo lombardo, che si sta interrogando sull’individuazione di risposte ai bisogni della cittadinanza in tempo di crisi e di rapido mutamento sociale e economico.
Ad aprire il vivace confronto lo psicosociologo Gino Mazzoli, che da oltre 20 anni si occupa di ricerca, formazione e consulenza verso servizi di welfare, con una riflessione sulle nuove vulnerabilità.
Per il sociologo “E’ la fascia intermedia quella più vulnerabile oggi. E’ quella che si sta modificando e si sta impoverendo”.
L’idea di nuova marginalità va quindi ampliata e aggiornata: “in assenza di reti i più vulnerabili a eventi naturali (come ad esempio ad una separazione) sono le persone che hanno una casa, un titolo di studio e un lavoro e che hanno speso più di quanto avessero a disposizione. C’è grande vergogna a chiedere aiuto”.
“E’ il momento di pensare ad un ceto diverso dal solito: gli spaesati, gli incavolati, quelli che voglio tutto e non voglio rinunciare a nulla”, ha proseguito Mazzoli che individua per l’associazionismo la sfida e l’opportunità di un ritorno all’essenziale: “saper intercettare un ceto che non chiede o che si vergogna a chiedere richiede nuove competenze di aggancio, passaparola allestito, capacità di pensare rispetto ai target, capacità di ricostruire il porta a porta, modalità di incontro nella convivialità. Insomma bisogna tornare ad intercettare i bisogni e bussare a quelle porte dove non bussa nessuno”.
Dopo l’intervento articolato hanno preso parola i presidenti delle associazioni coinvolte nel progetto “Svegliamoci sognamo”.
Sergio Veneziani, Presidente Auser Lombardia ha richiamato l’attenzione sul ruolo della politica in un momento di estrema crisi: “senza la Politica non andiamo da nessuna parte. Nessuno è autosufficiente da capire la risposta ai problemi senza un orientamento e una visione di natura politica”. Per Veneziani “il problema vero è la rappresentatività sul territorio. Anche il sindacato pare in difficoltà nell’intercettare i bisogni dei lavoratori e della gente. Dobbiamo tornare a fare sia volontariato che promozione sociale”.
Felice Romeo, Presidente Legacoop servizi/sociali auspica una maggior attenzione alle nuove problematicità: “anche nella cooperazione il ragionamento va legato alla rivoluzione culturale. Siamo partiti negli anni Ottanta come nodi sul territorio, abbiamo poi avuto una evoluzione strutturale dal punto di vista aziendale, e siamo diventati una sorta produttori di servizi. Dobbiamo provare a fare una rivoluzione aziendale: alcuni servizi vanno fatti con una visione cooperativa e con coinvolgimento alto dell’utenza”. Per Romeo: “dobbiamo essere più in rete rispetto a quello che succede sul territorio. Dobbiamo fare ragionamenti di rete cogenti”
Riflette poi sulla bontà delle sinergie che apre il progetto e sul percorso di vicinanza intrapreso dalle associazioni lombarde Piero Pacchioli, Presidente del Movimento Consumatori Lombardia.
“Noi che ci occupiamo di consumo a 360 gradi abbiamo assunto questo percorso perché percepiamo dalla nostra realtà diverse novità che impongono una riflessione più generale. Ci sono nuovi bisogni e nuovi scenari di welfare da condividere e questa esperienza interassociativa è una boccata d’ossigeno anche per il mondo consumerista. E rappresenta anche un passaggio rilevante per tutto il terzo settore. Vederci, lavorare insieme e una programmazione di lungo periodo, seppure su fronti diversi, porterà sicuramente a migliori risposte per la cittadinanza che ci interpella”.
Per Claudio Figini, Presidente CNCA Lombardia è ancora necessario continuare a “focalizzare lo sguardo sul margine. Si devono cercare parole nuove, che fatichiamo a trovare. Questo percorso è uno stimolo forte, il discorso di restituire i problemi alla comunità ha preso diverse forme. Solitudine e isolamento indeboliscono anche le famiglie che fanno scelte di disponibilità. Quando ci sono comunità sociali più forti il terreno di incubazione del disagio è più arido”.
A chiudere gli interventi Massimo Cortesi, Vicepresidente Arci Lombardia che invita tutti a “ripensarsi culturalmente”.
Per Cortesi, “siamo passati da una crisi che è nata dai primi anni Novanta con la rottura del tessuto classico, senza cambiare nulla. Ci arriviamo oggi e dobbiamo cambiare marcia. I dati dell’Arci sono entusiasmanti, soprattutto in Lombardia. Ma dobbiamo interrogarci sulle nostre fragilità. L’associazionismo giovanile sta sviluppando tematiche davvero interessanti che possono portare novi modelli di azione. E’ importante che le reti associative tornino ad un quadro di ieri, ad un progetto comune dove le azioni del territorio riescono a ricostruire quell’ordito sociale che sembra andato perduto”.